Le misure di contenimento del Covid-19 hanno determinato il divieto di svolgimento da parte delle autorità dell’attesa manifestazione al femminile. Gli organizzatori: “Stiamo valutando altre iniziative, vorremmo che il 6 settembre fosse comunque una domenica in rosa”
Treviso, 26 agosto 2020 – La parola d’ordine, un paio di mesi fa, era: ripartiamo. Ma Treviso in rosa, per il 2020, non ripartirà. L’emergenza legata alla pandemia ha determinato la cancellazione della camminata al femminile che, dopo un primo rinvio a maggio, era stata riprogrammata per domenica 6 settembre.
La decisione, dopo il vertice avvenuto ieri in Prefettura tra gli organizzatori e le autorità, è stata ufficializzata questa mattina con una nota del Comune di Treviso: “Si comunica che, preso atto di quanto rappresentato e osservato dalla Prefettura di Treviso e delle norme attualmente vigenti per il contenimento del contagio da Covid-19, non ci sono le condizioni per lo svolgimento della camminata Treviso in rosa 2020”.
“L’Amministrazione comunale – prosegue la nota – esprime rammarico per la cancellazione dell’evento benefico avendo cercato, in accordo con gli Organizzatori, la soluzione migliore per garantire che questo si svolgesse in totale sicurezza e con le necessarie precauzioni. Appuntamento dunque al 2021 per un’edizione all’insegna dello sport e della solidarietà”.
All’edizione 2020 di Treviso in rosa erano iscritte circa 2.500 donne. All’inizio di luglio quando, in accordo con il Comune di Treviso, era stata rimessa in moto la macchina organizzativa di una manifestazione che nelle due precedenti edizioni aveva registrato numeri record di partecipazione (oltre 17 mila iscritte nel 2019), gli organizzatori avevano elaborato un piano di gestione dell’evento che teneva conto della particolare situazione sanitaria.
Il conto alla rovescia sarebbe iniziato lunedì 31 agosto, con una consegna dei kit di partecipazione distribuita addirittura su sei giornate. Oltre alla maglietta rosa, ad uno zainetto e al pettorale nominativo, nel pacco gara sarebbe stata inserita una mascherina che le partecipanti avrebbero dovuto indossare il giorno dell’evento.
Domenica 6 settembre, poi, l’accesso delle partecipanti in piazzale Burchiellati sarebbe avvenuto attraverso sei varchi. A tutte sarebbe stata misurata la temperatura corporea. Gli organizzatori avevano previsto sino a quattro partenze distinte, in modo che ognuna non avrebbe riguardato più di 700-800 donne. Ogni partenza sarebbe avvenuta a distanza di mezz’ora e l’assembramento, nonostante l’utilizzo delle mascherine, sarebbe stato evitato grazie all’utilizzo di adesivi apposti sul pavimento della piazza che avrebbero garantito ad ogni partecipante uno spazio di 5 metri quadrati.
Sarebbe stata una Treviso in rosa meno festosa e più snella delle precedenti edizioni, ma la speranza che l’evento si potesse ugualmente svolgere, in tutta sicurezza, non ha mai abbandonato gli organizzatori. Ora la delusione è palpabile.
“Ci abbiamo creduto sino all’ultimo – spiega Filippo Bellin., in rappresentanza del comitato organizzatore – ma non possiamo che uniformarci alle disposizioni delle autorità. Il nostro impegno a favore della solidarietà resta. Ci ritroveremo al più presto per capire quali iniziative intraprendere, perché ci piacerebbe che domenica 6 settembre, almeno simbolicamente, fosse comunque una domenica in rosa”.